Corte dei Conti. Napoli, inaugurazione dell'anno giudiziario 2011
a cura della redazione
 




Sono passati ormai mesi dall'inaugurazione degli anni giudiziari 2011 delle varie sezioni giurisdizionali della Corte dei Conti.
L'eco delle parole chiare, pesantissime, dei vari Procuratori, scolpite con estrema profondità sul marmo freddo ed indifferente dell'attuale società, volteggia nell'aria. Invano.
La pubblica amministrazione e, nello specifico, gli enti territoriali e locali continuano nella loro corsa verso lo spreco, i piccoli interessi degli amministratori, le spese inutili e a volte dannose, le clientele.
Continuano troppo spesso solo a lamentarsi, i sindaci, gli assessori, delle poche risorse economiche a loro disposizione; risorse non al servizio dei propri cittadini, del proprio territorio, ma necessarie alle loro piccole-grandi attese per fini che nulla hanno a che fare con l' interesse pubblico.



Sentiamo ancora il grido disperato del Procutarore generale della Corte dei Conti Sezione giurisdizionale della Campania, Arturo Martucci di Scarfizzi e dei suoi Collaboratori nel silenzio sepolcrale della sala: «nessun cambio di marcia, la casta è sempre in piedi. Il monito del Capo dello Stato qui mi sembra non sia stato recepito», «un'illegalità diffusa, tanti piccoli e grandi sprechi per una pubblica amministrazione malata»«Nessun cambio di marcia, la casta è sempre in piedi. Il monito del Capo dello Stato qui mi sembra non sia stato recepito».



Un freddo intenso scorre nelle nostre vene.


Soprattutto in certe Regioni non riusciamo a vedere neppure, anche se lontano, un piccolo barlume con questa classe dirigente.


Le nostre considerazioni forse rendono meno drammatico lo 'staus' che vivono alcune Regioni da anni e tra queste la Regione Campania e le sue realtà territorili.


E, allora, muti, sgomenti rendiamo la sintesi di quanto solennemente dichiarava il Procuratore e degli altri Intervenuti nel mentre gridiamo il nostro "grazie" per il coraggio, la fermezza delle loro parole.


«Un' illegalità diffusa, tanti piccoli e grandi sprechi per una pubblica amministrazione malata». Una fotografia impietosa quella scattata dal procuratore regionale della Corte dei Conti Arturo Martucci di Scarfizzi in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario della sezione campana. Nel mirino della sezione campana della Corte dei Conti soprattutto 15 anni di gestione dell'emergenza rifiuti con conseguenti danni per l'erario legati soprattutto al nodo irrisolto della raccolta differenziata, il deficit della sanità, la gestione allegra di enti e amministrazioni locali con un occhio particolare al ricorso alla finanza derivata cui sempre più spesso le pubbliche amministrazioni ricorrono in un modo che la Corte giudica talora rischioso rischioso per i contribuenti. «Si spreca ancora troppo - dice il procuratore Scarfizzi - e per alcuni settori come la sanità il dato più preoccupante è legato alla difficoltà di accertare l'effettiva massa debitoria». Sul fronte della gestione del ciclo integrato dei rifiuti, Scarfizzi ha parlato di una «spesa impressionante di risorse» riferendosi ai 15 anni di gestione commissariale. Anche sui tagli alle spese della politica la magistratura contabile campana si mostra scettica: «Nessun cambio di marcia, la casta è sempre in piedi.
Il monito del Capo dello Stato qui mi sembra non sia stato recepito».


La relazione racconta di spese di rappresentanza illegittime del Consiglio regionale campano, come la fornitura di 600 piatti destinati al personale dipendente e di 60 medaglie piccole in oro massiccio donate ai consiglieri regionali. «Una spesa, sia pure marginale, di cui - commenta il procuratore - non si sentiva il bisogno. Per questo episodio un atto di citazione per un danno quantificato in 17.940 euro è stato addebitato all'attuale presidente del Consiglio regionale Sandra Lonardo.


Troppi debiti fuori bilancio.
La Campania, ha sottolineato il procuratore regionale è una delle regioni dove più si verifica il fenomeno dei debiti fuori bilancio e soltanto una parte di essi viene comunicata alla Corte dei Conti, a distanza di tempo causando la crescita degli oneri aggiuntivi. «Basta considerare - spiega - che ben tre province, Benevento Caserta e Salerno, non hanno inviato comunicazioni; soltanto Caserta e Benevento come capoluoghi di provincia hanno inviato le prescritte comunicazioni, mentre Salerno, Avellino e Napoli non ne hanno inviata alcuna nel corso del 2008». A proposito di Napoli, poi, il procuratore regionale spiega che dalla relazione dell'assessore al Bilancio, poi dimissionario, si apprende che i debiti fuori bilancio del Comune di Napoli ammontano complessivamente a 58 milioni 349 mila euro, di cui solo per 24 milioni sussiste la copertura. «Di tali importi nulla è stato comunicato a questa Procura entro il 31 dicembre 2008 e pertanto non si conoscono in dettaglio le cause nè se vi sia una sovrapposizione o meno con i debiti fuori bilancio, circa 20 milioni di euro, comunicati dal Comune di Napoli lo scorso anno» chiarisce. Neanche altre amministrazioni, quali ad esempio i consorzi (solo uno) e le società a partecipazione pubblica comunicano nulla. «È evidente che il riconoscimento di debiti fuori bilancio è attività non solo dovuta, ma che deve mettere in luce l'utilitas della spesa».

Aumentano del 10% le azioni risarcitorie.
Il procuratore regionale ha reso noto che le azioni risarcitorie nel corso del 2008 e gli atti di citazione depositati evidenziano un incremento di circa il 10% rispetto ai 99 atti depositati nel 2007. «Il primato spetta senz'altro alle azioni per risarcimento danni subiti dagli enti territoriali, circa il 70%, esclusi quelli sanitari. Gli importi di danno complessivamente azionati sfiorano i 43 milioni di euro tra danni patrimoniali e all'immagine, mentre gli importi patuiti da sentenze di condanna pronunciate dalla corte territoriale ammontano a circa 12 milioni e 200mila euro, oltre alle spese di giudizio con un incremento di circa un terzo in più rispetto al 2007». In termini percentuali ciò significa che «circa il 70% delle sentenze di merito intervenute in materia di responsabilità amministrativo-contabile contiene statuizioni di totale o parziale accoglimento delle azioni risarcitorie intraprese».


Nella Pubblica amministrazione i controlli non sono adeguati.
Sono ancora troppo diffuse corruzione e tangenti. Il dato emerge dai dati dell'attività dei magistrati contabili, diffusi in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. La Corte dei conti che ha emesso 102 sentenze per danno erariale derivante da attività contrattuale.: 77 sono sfociate nella condanna dei chiamati in giudizio. Lo ha riferito il procuratore generale della Corte, Furio Pasqualucci, nella sua relazione all'inaugurazione dell'Anno giudiziario. Sentenze, dunque, hanno riguardato percezione di tangenti da parte di dirigenti in relazione a lavori di infrastrutture stradali, percezione di illeciti compensi negli appalti pubblici, appropriazione indebita di somme a seguito dell'emissione di falsi o duplicati mandati di pagamento a fronte di prestazioni contrattuali inesistenti o già pagate.


«I controlli interni ed esterni sull'amministrazione non sono pienamente adeguati», ha sottolineato nel suo intervento il presidente della magistratura contabile Tullio Lazzaro.
Per Lazzaro «occorre potenziare e irrobustire i controlli, renderli effettivi nello svolgersi e concreti negli effetti. Nel campo dell'amministrazione , a un maggior e migliore uso dei controlli, corrisponde simmetricamente un minore ricorso al codice penale». Il presidente dei magistrati contabili ha sottolineato che «dove manca la trasparenza si genera il cono d'ombra entro cui possono trovare spazio quei fatti di corruzione o di concussione che rendono poi indispensabile l'intervento del giudice penale». E ha ricordato come l'intervento del giudice penale, «a sua volta, prima ancora del definitivo accertamento dei fatti, può avere anche l'effetto, non voluto, di generare un clima di sospetto, una nebbia mefitica che sembra tutto avvolgere e genera sfiducia da parte dei cittadini onesti».


Gravissimo lo spreco di risorse pubbliche per le opere incompiute. Gravissimo, poi, lo spreco di risorse pubbliche per la realizzazione di opere incompiute e quindi inutilizzabili. «Anche nel corso del 2008 - ha sottolineato Pasqualucci - molte fattispecie di responsabilitá amministrativa sono da collegare direttamente o indirettamente al fenomeno delle cosidette opere pubbliche incompiute, opere ciò progettate ma non appaltate ovvero non completate o comunque inutilizzabili per scorretta esecuzione, che rappresentano un gravissimo spreco di risorse pubbliche e la testimonianza più eloquente dell'inefficienza dell'amministrazione centrale e periferica».


Frodi comunitarie per 148 milioni di euro. Le frodi comunitarie segnalate nel 2008 ammontano a circa 148 milioni di euro di cui 61,6 milioni (per 90 casi) riguardano frodi nel settore degli aiuti allo sviluppo regionale, con il maggiore importo nella regione Sicilia (19,9 milioni). «Quarantotto casi per 42,8 milioni di euro riguardano il settore aiuti all'agricoltura - ha sottolineato Pasqualetto - con maggiore importo complessivo nella regione Calabria (30,3 milioni); 10casi per 29,5 milioni di euro si riferiscono al settore del sostegno innovativo e infrastrutturale in agricoltura, di cui il maggiore importo in Abruzzo con 29,9 milioni di euro. Il sostegno sociale e all'occupazione ha registrato 27 denunce per 13,4 milioni di euro con maggiori importi in Lombardia (3,2 milioni di euro) e Liguria (1,4 milioni di euro). Il fondo per la pesca registra 4 segnalazioni per un importo complessivo di 599.000 euro, di cui 476.000 in Toscana».


Troppe truffe nel settore sanitario. Fatturazioni fraudolente, mancato completamento di strutture, non utilizzo di impianti già realizzati, spese per corsi di formazione mai avviati, irregolarità nella gestione dei ticket: sono questi alcuni degli esempi di sperpero di risorse pubbliche nella spesa farmaceutica - sanitaria denunciati dal procuratore generale della Corte dei Conti, Furio Pasqualucci, nel suo intervento all'inaugurazione dell'anno giudiziario. « Terreno fertile per comportamenti truffaldini o comunque per forme di sperpero di pubbliche risorse si è dimostrato il settore della spesa farmaceutica sanitaria». Pasqualetto ha sottolineato che c'è «l'esigenza normativa - ha sottolineato Pasqualetto - di una razionalizzazione della spesa sanitaria, da un lato, e, dall'altro lato, dell'approntamento di misure volte al contenimento della stessa».
La Corte ha delineato 11 tipologie di condotte anti giudiriche nelle quali si è manifestata nel corso del 2008 l'attivitá illicita in ambito sanitario: incarichi illegittimi conferiti al personale estraneo alle Aziende sanitarie; acquisti non autorizzati di apparecchiature medicali; mancata utilizzazione o inadeguate ristrutturazioni di strutture ospedaliere giá realizzate; irregolaritá nella spesa causate dalla iper prescrizione di farmaci; irregolaritá nella spesa causate da doppia e/o fraudolenta fatturazione; indebite e fraudolente acquisizioni di risorse pubbliche per corsi di formazione mai espletati, espletati solo in parte o forniti in tutto o in parte di rendiconto o documentazione giustificativa; indebiti compensi percepiti dai medici di base; irregolari gestioni di case di cura convenzionate; irregolaritá sulle esenzioni dei tickets; illegittime nomine fiduciarie di dirigenti apicali e infine corresponsioni di indennitá non dovute.



E' triste, cupo, glaciale lo scenario. Ma noi vogliamo chiudere con una semplice, modesta considerazione.
Noi vediamo la luce tremula ma splendente ed accecante che viene da pochi, ma generosi e soprattutto intrepidi, giovani che, anche se tra enormi disagi ed ostacoli, non intendono mollare.
Il futuro è loro e noi abbiamo certezza che la luce dei giovami illuminerà finalmente non solo la Campania, ma l'Italia intera. E daranno un futuro diverso. Loro relizzeranno una nuova Italia giovane, pulita e produttiva.